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al testo di Cristoforo
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A Lisa è sempre piaciuto di notte passeggiare ed un tempo era lei il buio a giorno illuminare; ora, invece, con artifici di contatti sono i lampioni ad abbacinarlo a tratti. Viene avanti col passo malcerto lungo il viale tutto deserto che la sua complessione male assodata pare, ma lei è solo stanca di ricordare. Non è servito strappare tutte le fotografie e nemmeno provare a morire o il cuore e la memoria da sè credendo la potesse favorire, nè i suoi capelli: questi sono ricresciuti come quelli. Sul ventre il taglio cesareo le parla di suo figlio morto due anni dopo-innocente giglio- con lei che è, però, ancora viva e, come neppure i vecchi, pur di non guardarsi fa il bagno vestita e rompe tutti gli specchi. Ha fatto l'amore per amore con uno che non voleva nè valeva il suo cuore; Lisa non ha marito e neanche quarant'anni e per quanto sono belli nessuno lo ha mai creduto che i suoi occhi hanno più pianto che veduto. Inutile riprovarci, inutile anche solo pensarci: la vita alla vita l'ha condannata; alla morte invano s'è appellata. |
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